Il problema con i grandi esportatori di combustibili fossili, come il Canada, ma anche l'Australia, la Russia (che mi pare sia ormai l'ultimo grande paese a non aver preso impegni prima della Cop21i) o gli Usa, è che possono pure fare ordine in casa, riducendo le emissioni, ma questo risulta in un minore consumo interno di petrolio gas e carbone, e quindi più combustibili fossili da esportare.
Il vero passo doloroso, per loro, sarebbe prendere misure per ridurre l'estrazione e l'export. Ma quello è francamente duro da chiederlo a un politico...
Non resta che sperare che sia il mercato, nei prossimi anni, a ridurre tanto la domanda di combustibili fossili, da rendere conveniente riconvertire il settore delle miniere e pozzi in qualcosa d'altro.
Di: alsarago58
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Di: rramella
La decarbonizzazione è una cosa sacrosanta; invece lo sfruttamento delle scisti bituminose è un fatto eccezionalmente positivo, ci libera dalla dipendenza dal petrolio arabo
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